I. ARMAMENTARIO
I farmacisti sono uomini di cultura ma al contempo anche artigiani. Oltre alla conoscenza dei fenomeni chimici e delle teorie che li inquadrano, hanno sempre tenuto in gran conto il valore del loro mestiere. La manualità e i suoi “trucchi”, un tempo si acquistava solo lavorando per anni sulle materie, eseguendo tra pesi e misure i più diversi allestimenti farmaceutici, non solo utilizzando apparecchiature e strumenti già noti ma anche ideando e costruendo strumenti che potessero soddisfare le nuove esigenze.
Attenti osservatori questi pionieri, erano soliti destreggiarsi tra banco e magazzino, tra l’officina e la soffieria del vetro, badando a mille faccende diverse, osservando tutto ciò che avveniva sotto i loro occhi, volutamente o per caso, senza lasciarsi sfuggire nulla di ciò che accadeva.
L’armamentario farmaceutico che è giunto a noi attraverso testimonianze, raffigurazioni o esemplari superstiti è testimone dell’ingegno e del lavoro di molti farmacisti. A volte la funzionalità (oggi diremmo l’ergonomia) era così intimamente legata all’estetica dell’oggetto da farne una vera opera d’arte.
Certamente questa è la sezione più importante del sito. Abbiamo scelto di proporre una storia per immagini della professione del farmacista e naturalmente una parte significativa non poteva che andare alla raffigurazione degli “attrezzi del mestiere”. Purtoppo degli strumenti utilizzati per la preparazione dei farmaci nell’antichità, ci è rimasto ben poco e quel poco che è giunto risulta essere limitato ad alcuni oggetti specifici.
Le ragioni per cui ci sono pervenuti alcuni reperti ed altri no, risiedono essenzialmente in due motivi; il primo motivo è che alcuni oggetti hanno beneficiato più della loro funzione estetica che di quella utilitaristica-funzionale e questo è il caso di alberelli e parti decorative di arredo; il secondo, può essere ricondotto alla robustezza intrinseca dell’oggetto nel resistere agli affronti del tempo: è molto più probabile che un buon mortaio giunga intatto piuttosto che un vetro da distilleria. Ultimamente poi, un altro motivo si è aggiunto ai precedenti: la detenzione obbligatoria di alcune apparecchiature che, anche se non di uso comune in farmacia, ha “costretto” i farmacisti alla loro conservazione: un caso esemplificativo è quello della pilloliera.
I materiali, per coerenza espositiva, sono stati distribuiti in sette categorie (conoscere, riconoscere, ponderare, preparare, conservare, ostendere, curare) una classificazione molto comoda, che si basa essenzialmente su quella adottata per la prima volta nella raccolta iconografica curata dal Prof. P. Lomagno per l’Angelini “Oggetti Antichi di Farmacia”, e che permette di esplorare compiutamente microcosmo della “bottega” farmaceutica.