3. Ponderare
“Libra si divide in dodici once, l’oncia in otto dramme, la dramma in tre scrupoli, lo scrupolo in venti grani”, cosi precisa un testo di metrologia del 1700 e per secoli i farmacisti hanno pesato le droghe con queste unite di misura che, fatto notevolmente importante, erano adottate da ogni spezieria d’ Europa, anche quando i vari Stati seguivano sistemi di misurazione del tutto diversi fra loro. Questo sta a dimostrare quanto fosse importante per la categoria avere un sistema ponderale unitario e ben definito che evitasse equivoci ed errori.

Il cambiavalute e sua moglie - Metsys, 1514. Al centro del tavolo, una "Pila di Carlo Magno", sistema di pesi molto diffuso nel Medioevo
Alla nostra categoria va quindi anche il merito di aver contribuito al perfezionamento di questo usatissimo strumento.
Già nel XVI secolo le bilance delle farmacie erano notevolmente evolute e si distinguevano dal punto di vista tecnico in funzione delle quantità che dovevano pesare, sono giunti a noi pregevoli esemplari che a buon diritto possono essere definiti di precisione in quanto in grado di evidenziare differenze di peso dell’ordine di un centigrammo.
Queste bilance, oltre ad essere preziosi strumenti di lavoro erano anche particolarmente curate dal punto di vista estetico ed esse costituivano, unitamente ai grandi mortai ed ai vasi pia preziosi, la parte nobile dell’arredo delle spezierie.
Nei secoli che seguono le bilance si perfezionano tecnicamente e si distinguono sempre pia nettamente tra loro. Abbiamo strumenti per grandi quantità, di solito del tipo a stadera o a due piatti su bilanciere, altri utilizzati per valutare quantità comprese tra il grammo e le decine di grammi ed infine le bilance di precisione destinate alla pesata degli eroici. Quest’ultimo tipo, nel XVIII e XVI secolo, oltre a raggiungere un notevole livello di precisione, acquisisce una forma particolare; lo strumento, che di norma e in metallo pregiato e posto su una base di marmo, viene accolto in una teca di vetro e legno con il lato anteriore mobile in senso verticale, ciò allo scopo di proteggerlo dalla polvere ed assicurare condizioni di stabilità al momento della pesata.
Molte di queste bilance sono dei veri gioielli di artigianato scientifico che uniscono alla perfetta funzionalità un pregevolissimo aspetto estetico.
Il grande cambiamento avviene con l’avvento delle bilance elettroniche che, grazie alla loro precisione„ rapidità, minimo ingombro e costo contenuto hanno soppiantato nell’uso gli strumenti meccanici.
Se la bilancia ha rappresentato per secoli il principale strumento di misura per ogni farmacia non bisogna dimenticare che molti altri strumenti sono stati ampiamente utilizzati.
A partire dal XVII secolo infatti, prima timidamente, poi sempre più frequentemente vediamo comparire in farmacia termometri, densimetri, aerometri per liquidi pia pesanti e pia leggeri dell’acqua, alcolometri, tra i quali a partire dalla seconda meta dell’Ottocento ha un posto d’onore l’ebulliometro di Malligand presente in ogni farmacia. Nel XIX secolo inoltre molte farmacie si dotano dei vari strumenti di misura propri dei laboratori che effettuano preparazioni chi miche in grande scala.
Tutta questa strumentazione, che rappresentava una parte essenziale delle attrezzature di una farmacia tra la fine del XIX e l’inizio del XX secolo, ha visto ridurre drasticamente la sua importanza con il decadere dell’attività di preparazione galenica, ed oggi ben poche occasioni si presentano per utilizzare questi oggetti, un tempo di uso quotidiano.
Peraltro in questi ultimi anni si assiste all’introduzione in farmacia di nuovi strumenti di misura, non pile destinati alla produzione del farmaco ma ad offrire un servizio sanitario alla popolazione, ci riferiamo agli sfignomanometri automatici ed ai van tipi di strumenti per analisi chimico-cliniche la cui utilizzazione sistematica apre una nuova ed interessante prospettiva alle farmacie.
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