4. Preparare
Saladino d’Ascoli nel suo “Compendium aromatariorum” descrive le sette operazioni fondamentali farmaceutica: terere, abluere, infundere, coquere,destillare, bene conficere et confecta bene conservare. Da questo elenco si può dedurre facilmente quali fossero le modalità operative delle spezierie sino al X11 secolo e di quali strumenti esse dovessero disporre.
Mortai innanzitutto. Il mortaio e stato per secoli lo strumento principe della farmacia, tanto da diventarne spesso il simbolo. Con esso le droghe venivano sminuzzate e ridotte in polvere, operazione indispensabile per poterle acconciamente conservare ed utilizzare poi nelle più svariate preparazioni.
Polverizzare una droga e un’operazione apparentemente semplice e banale, in realtà non e cosi, la consistenza delle droghe varia estremamente dall’una all’altra, certe si polverizzano con estrema facilità, altre richiedono particolari accorgimenti, tra i quali sono di notevole importanza le caratteristiche dei mortai impiegati. Questo spiega l’elevato polimorfismo di questi strumenti che si manifesta nelle dimensioni, nelle forme, nei materiali utilizzati per la loro costruzione. Abbiamo esemplari in ferro ed in bronzo di notevolissime dimensioni e dalla capacità di decine di litri che venivano utilizzati per contundere grossolanamente grossi quantitativi di droghe. Questi mortai erano di solito equipaggiati con alcuni accessori che ne rendevano più agevole l’uso. Di norma erano sollevati da terra con un apposito e robusto supporto in legno in modo che la bocca si trovasse ad un’altezza ottimale per permettere un agevole uso del pestello. Questo talvolta dal peso di molti chili, spesso presentava un foro all’estremità superiore attraverso il quale passava una correggia che lo collegava ad un arco metallico elastico, fissato al muro in alto ed in corrispondenza della bocca del mortaio. Quando il pestello veniva abbassato con forza tale arco si piegava verso il basso con una lieve resistenza, quando il pestello veniva sollevato, l’arco ritornava nella posizione iniziale e con la sua forza elastica aiutava notevolmente l’operatore nella pesante fatica di sollevare ripetutamente la considerevole massa del pestello. Spesso intorno alla bocca del mortaio si poneva un cappuccio in cuoio o in tela per impedire alle polveri di spandersi nell’ambiente circostante.
Mortai di simili dimensioni e con tali accorgimenti erano propri delle grandi spezierie in cui si trattavano ingenti quantità di semplici. Nelle spezierie più piccole e per operazioni più delicate si usavano mortai in bronzo, ottone o ferro di minori dimensioni Mortai in marmo, ceramica e vetro di piccola capacità erano utilizzati per polverizzare sali e composti minerali, per ottenere polveri particolarmente uniformi e fini si usavano mortai in porfido od altre pietre dure accuratamente levigati nella superficie interna.
Il mortaio, quale strumento di lavoro, ha mantenuto inalterate nei secoli le sue funzioni e le sue caratteristiche tecniche ed ancora oggi è usato, anche se raramente, in farmacia. Non bisogna dimenticare però che i mortai in bronzo di grandi e medie dimensioni oltre che strumenti di lavoro erano anche oggetti di elevato valore veniale e pertanto venivano fusi con particolare cura da abili maestri fonditori e spesso datati, firmati e sontuosamente decorati. Poiché ovviamente la decorazione rispecchia l’arte e lo stile del momento in cui il mortaio è stato fabbricato, gli esperti possono abbastanza agevolmente riconoscerne l’epoca anche in assenza di date o scritte.
I grandi mortai in bronzo ed i loro supporti lignei, anch’essi spesso finemente decorati, se hanno perso oggi ogni valenza tecnica mantengono pera intatto il loro valore artistico e storico che li rende degni di entrare a far parte a pieno titolo degli oggetti di alto antiquariato e come tali sono ricercati da molti appassionati.
Se ritorniamo un attimo alle principali operazioni elencate da Saladino d’Ascoli possiamo facilmente dedurre quali altri strumenti fossero presenti nelle spezierie: un focolare, vasellame in terracotta e vetro, un semplice apparecchio di distillazione, crivelli, filtri, torchi per droghe fresche recipienti in rame stagnato per contenere, decantare, riscaldare soluzioni varie. Tale strumentario rimane la dotazione di base per ogni spezieria anche nei secoli seguenti e nel tempo si arricchisce di altri particolari strumenti costruiti ad hoc per la preparazione di determinati tipi di medicamenti.
A partire dalla fine del XVI secolo si ha, unitamente all’ingresso della chimica in farmacia, l’introduzione di tutta una serie di strumenti in vetro e in rame (cristallizzatori, distillatori storte, alambicchi, refrigeratori) adatti a sopperire alle necessità operative della farmacia spagirica. Il grande progresso dell’attrezzatura farmaceutica avviene però nel corso del XIX secolo durante il quale le principali farmacie si dotano di laboratori chimici di tutto rispetto e di macchine per la produzione semi industriale di sciroppi, soluzioni alcoliche, capsule, compresse, pomate, ecc. . . , vediamo apparire le prime incapsulatrici, le comprimitrici semiautomatiche, i miscelatori per grosse quantità di fluidi, le impastatrici e cosi via. Verso la fine del secolo fa la sua comparsa in farmacia anche tutto il necessario per la produzione di soluzioni sterili: autoclavi, filtri in ceramica, stufe a secco, soffierie ed infilatrici.
Dal terzo decennio del XV secolo assistiamo per°, ad una rapida involuzione dell’ attività di preparazione dei farmaci, l’industria farmaceutica infatti sottrae sempre pia questa funzione alle farmacie, queste ultime non rinnovano pia lo strumentario che progressivamente diventa obsoleto e viene eliminato.
L’impoverimento dell’attività galenica progredisce inesorabilmente di pare passo con il diffondersi delle specialità medicinali, tanto che molte farmacie rinunciano completamente ad essa e l’attrezzatura è ridotta ai soli “Strumenti obbligatori” spesso relegati in circa ad uno scaffale in quanto non più utilizzati.
Ultimamente però, visti i cambiamenti in atto nella sanità e nel concetto stesso di salute, nonché la crescente richiesta di prodotti naturali o personalizzati, mate farmacie sono ritornate ad un’attività di preparazione galenica, mirata soprattutto alla produzione di estratti fitoterapici o di capsule e compresse contenenti rimedi naturali, il tutto supportato da attrezzature moderne ed efficienti
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