IV. MUSEI E COLLEZIONI
In Italia, differentemente da altri paesi europei, non esistono musei pubblici dedicati alla farmacia. Alcuni colleghi, volenterosi amanti della storia della loro professione, hanno tentato di porre rimedio a questa grave lacuna, realizzando a loro spese (a volte anche ingenti), dei piccoli musei privati visitabili per lo più a richiesta. Questi musei contengono interessanti testimonianze del passato e il loro unico svantaggio è di essere sparsi sul territorio, cosa che rende disagevole la loro fruibilità.
Sarebbe auspicabile che questa situazione potesse migliorare nel tempo, affinché tutti questi piccoli gioielli del volontariato siano preservati per le generazioni future, ma aimè, per queste istituzioni private, permane il rischio delle vendite e degli smembramenti; molte sono capitate in passato e purtroppo altre non tarderanno a giungere.
MUSEO EMANUELLI
Via Torricelli, 20 – Fossombrone (PU)
Visita gratuita su prenotazione presso
Dr.ssa Anna Emanuelli 0721-714665
Il museo venne realizzato dalla dedizione del Dott. Pietro Emanuelli in due sale della sua abitazione e viene gestito con amore da sua moglie la Dr.ssa Anna. La collezione comprende vetreria risalente al ’700, vasi, mortai, torchi, bilance, libri, etichette. Di notevole interesse, sono la macchina per la produzione di ossigeno terapeutico a partire dal biossido di manganese (pirolusite) e l’attrezzatura per la preparazione dei cachets.
MUSEO DELLA FARMACIA MAZZOLINI GIUSEPPUCCI
C.so Repubblica 33/A – Fabriano
sito: www.1896.it
Visita gratuita su prenotazione
al n° 0732-629859
Definire la Farmacia Mazzolini Giuseppucci uno scrigno d’arte è riduttivo. Si tratta sicuramente di uno dei più belli esempi di arredo Neogotico in Italia dedicato ad una farmacia ma alla base della sua ideazione, risiede un connubio tra arte e filosofia massonica che non ha pari. Sottoposta a tuela dei Beni Culturali ed Ambientali, presenta eccezionale ricchezza iconografica legata al mondo delle scienze naturali, alla farmacia e all’alchimia. Gli arredi lignei di Adolfo Ricci, in acero ed ebano, ricoprono interamente le pareti e il soffitto. Gli scaffali accolgono circa 230 bottiglie e 90 vasi originali dell’epoca.